Si è spento dopo una lunga malattia il dottor Oronzo Forleo. Per anni è stato direttore della struttura complessa di Neonatologia e Terapia Intensiva neonatale dell’ospedale “Santissima Annunziata” di Taranto e proprio attingendo dalla propria esperienza professionale e umana, ha raccontato alcune vicende – opportunamente romanzate – che lo hanno visto coinvolto nel libro di racconti La verità nei loro occhi (Altrimedia Edizioni, prefazione di Rocío Muñoz Morales).
A maggio di quest’anno ha partecipato insieme allo staff della casa editrice materana alla cerimonia di donazione alla Fondazione Telethon dei diritti d’autore per La verità nei loro occhi.
Di grandissimo spessore umano e professionale, era amato per la sensibilità nei confronti dei bambini e dei loro genitori.
Ai tantissimi messaggi di cordoglio si aggiunge quello di Altrimedia Edizioni che ha avuto l’onore di lavorare con il “Pediatra buono”.
Emozioni e tanta solidarietà oggi pomeriggio a Taranto nel Salone degli Specchi del Municipio nel corso della cerimonia di donazione alla Fondazione Telethon dei diritti d’autore per la raccolta di racconti La verità nei loro occhi (Altrimedia Edizioni) del dottor Oronzo Forleo.
Presenti l’Autore, la direttrice editoriale di Altrimedia Gabriella Lanzillotta, l’assessore del Comune di Taranto Gabriella Ficocelli e il delegato della Fondazione Telethon UILDM di Martina Franca, Franco Cappelli.
“È importate condividere un’iniziativa come questa. – ha sottolineato l’assessore Ficocelli – L’auspicio è che si formi un circuito di buone prassi, secondo me saranno in tanti a prendere spunto dall’esempio del dott. Forleo e della casa editrice Altrimedia”. Quest’ultima, come ha sottolineato Lanzillotta, “ci ha messo un po’ del suo come contributo economico. Tempo fa è nato Altrimedia Edizioni per il Sociale e accanto alla solidarietà concreta mi sento di promuovere anche il concetto della cultura come farmaco perché, come lo sport, assunta regolarmente porta benefici sia fisici sia psichici”.
Il gancio tra il dott. Forleo e la casa editrice materana è stato l’agente letterario Lorenzo Laporta: grazie a lui le storie ora struggenti ora piene di speranza scritte dall’ex direttore della struttura complessa di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale “Santissima Annunziata” di Taranto, sono diventate un libro. Il dott. Forleo, attingendo dalla propria esperienza professionale e umana, racconta alcune vicende – opportunamente romanzate – che lo hanno visto coinvolto in prima persona.
La prefazione del volume è firmata dall’attrice Rocío Muňoz Morales, Ambasciatrice Telethon.
Oronzo Forleo si è laureato in Medicina a Milano nel 1981 e poi specializzato a Palermo in Neuropsichiatria infantile e a Parma in Pediatria. Ha conseguito il Master di 2° livello in Terapia Intensiva Neonatale e il Master di 2° livello in Terapia Intensiva Pediatrica a Roma. Per anni è stato direttore della struttura complessa di Neonatologia e Terapia Intensiva neonatale dell’ospedale “Santissima Annunziata” di Taranto. Si occupa inoltre delle tante problematiche sociali che attraverso la sua professione riesco a individuare. Fondatore di “Delfini e neonati ” per la neonatologia dal 2014: una onlus che affianca il reparto ospedaliero per il miglioramento dell’attività della struttura.
È stato presentato nei giorni scorsi alla libreria Ubik di Taranto Fringuella (Altrimedia Edizioni) di Michele Tursi. L’autore è stato intervistato da Gaia Favaro e Daniela D’Oronzo.
La protagonista del romanzo d’esordio di Tursi è una donna, oggi 93enne, che ha trascorso l’infanzia a Taranto nel Ventennio. Basta un niente, e un fiume di ricordi è pronto a tornare con prepotenza, travolgendola. Suo figlio la ascolta affascinato da quei racconti sempre nitidi. Fringuella è nato così: ascoltando la madre improvvisare “una delle sue solite scorribande a ritroso nel tempo”. Tursi, giornalista professionista, usando l’esperienza di chi con la cronaca si misura ogni giorno, ha fatto diventare un romanzo la storia di una bimba che nel 1934 aveva sette anni.
Tursi è nato a Taranto nel 1964. Ha lavorato per quotidiani, tv, radio e web. È co-autore del thriller a sfondo archeologico Le mani di Persefone (Besa editore) e del saggio I Giorni di Taranto (Scorpione editrice) sull’inchiesta “Ambiente svenduto”. È appassionato di fotografia: appena possibile osserva la realtà dal mirino di una Reflex immaginando di scattare istantanee eterne. Ha all’attivo due personali “Cemento” e “Obiettivo Paolo VI” nell’ambito della rassegna FotoArte. Pratica nuoto e ama le uscite all’aria aperta in sella alla sua mountain bike.
Disinvolto tra selfie e dediche, con un sorriso contagioso che è il biglietto da visita del suo hashtag #tristezzazero, il campione di nuoto Marco D’Aniello ha conquistato qualche giorno fa Pulsano durante la presentazione del libro Il mio tuffo nei sogni (Altrimedia Edizioni, prefazione di Mara Venier) della giornalista materana Rossella Montemurro.
All”evento, organizzato nella corte del castello De Falconibus dall’Associazione Cultura e Spettacolo “Affinità Elettive”, dal gruppo culturale “Dentro le righe, Pulsano” e dagli Assessorati alla Cultura e ai Servizi Sociali del comune di Pulsano, hanno partecipato Marika Mandorino, Assessore ai servizi sociali del Comune di Pulsano (Alessandra D’Alfonso, Assessore alla Cultura del Comune, è stata impossibilitata a intervenire); Rossella Montemurro, scrittrice e giornalista; Cinzia Vozza, mamma di Marco; Anna Vozza, poetessa, zia di Marco; lo stesso Marco e Silvia Ruggiero, Dottoressa in Psicologia
Come ha sottolineato l’organizzatrice, Rina Bello, impeccabile padrona di casa, nel libro sono raccontate “le ansie, le tribolazioni, le gioie, le tante sconfitte anche sociali e le vittorie di un ragazzo autistico che ha trovato nello sport, la sua congeniale dimensione regalando sorrisi, sogni e speranze ad un mondo “normale” ma tanto grigio”.
Leggendo questo libro entriamo in punta di piedi nella vita di Marco, vittima di bullismo e di una società non sempre disposta a integrare i più fragili. Con l’amore dei suoi genitori, una fede incrollabile e una cerchia di persone eccezionali – in primis gli insegnanti e, tra loro, la professoressa Maria Rosaria Salamino presente a Pulsano, e il team di professionisti che lo segue nello sport – ha raggiunto traguardi importanti e ne raggiungerà presto altri.
Con la complicità della conduttrice più amata dagli italiani, Mara Venier – che ha anche firmato la prefazione – è riuscito a esaudire il desiderio di incontrare il suo mito, la persona che inconsapevolmente lo ha spinto a praticare il nuoto: l’attore Raoul Bova.
Quella di Pulsano è stata la prima presentazione “in presenza” del libro dedicato a Marco che nei giorni scorsi, rappresentando la Mediterraneo Village, si è distinto a Napoli durante Campionati Nazionali Assoluti organizzati dalla FINP Federazione Italiana Nuoto Paralimpico. Dal 2019 è suo il record italiano assoluto nella categoria Juniores 50 metri stile libero ai Campionati Nazionali della FISDIR.
A Marco l’artista Rina Protopapa ha fatto dono di un quadro che lo ritrae con la copertina del libro.
Il lato inedito e “fantastico” di Pitagora ma anche l’avvio di una collaborazione con Altrimedia: è quello che è emerso venerdì scorso a Taranto nella sede dell’associazione “Presenza Lucana” durante la presentazione dell’antologia di racconti L’enigma di Pitagora e altre storie (con prefazione di Donato Altomare e postfazione di Giovanni De Matteo) dello scrittore e giornalista materano Filippo Radogna.
Ogni settimana l’associazione presieduta da Michele Santoro dedica un pomeriggio a uno spaccato della realtà lucana: questa volta, protagonista è stata l’antologia dei 16 testi visionari di Radogna che raccontano Matera e il suo hinterland attingendo dal fanta-noir.
Dopo i saluti del presidente di “Presenza Lucana” Michele Santoro, sono
intervenuti Maria Antonella D’Agostino, presidente dell’Associazione “Matera Poesia 1995” e Vito Epifania, editore e project manager mentre la giornalista Anna Giammetta ha dialogato con Radogna.
Da sottolineare il lavoro encomiabile di associazioni come “Presenza Lucana” che contribuiscono a rafforzare, anche a distanza, relazioni con la Basilicata permettendo ai lucani non più residenti in regione di continuare ad avere un legame con la propria terra, in questo caso squisitamente culturale e letterario.
Aldilà dei contenuti del libro, Pitagora e la Scuola Pitagorica accomunano da sempre Metaponto e Taranto. Oltre allo stesso substrato archeologico e culturale il Materano, in genere, è un territorio fortemente legato alla Città dei due Mari.
Un territorio al quale il libro di Radogna offre una nuova chiave di lettura, molto apprezzata dalla comunità del fandom fantascientifico – nel 2016 l’autore materano ha vinto il Premio Italia L’enigma di Pitagora, il racconto che dà il titolo alla raccolta.
Nell’ottica di una collaborazione futura con la casa editrice Altrimedia, Santoro ha proposto sia di riscoprire tesi di laurea scritte anni fa sulla Basilicata per raffrontarle all’attualità e scoprire quali cambiamenti hanno interessato la regione, sia di valorizzare tesi firmate da giovanissimi e, quindi, ricche di nuovi spunti.
Il presidente Santoro ha infine ricordato che per Matera 2019 ci sarà una delle quattro grandi mostre dell’evento dedicata proprio alla complessa figura di Pitagora.
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