Partire dall’educazione, cambiare modelli e stereotipi che, fin dalla tenera età, ingabbiano le “femminucce” in ruoli accudenti e i maschietti in destinatari di cure e attenzioni: è solo il primo passo per tentare di arginare la violenza contro le donne. Ed è l’assunto alla base di Voci dal silenzio di Daniela Lella, un libro-ricerca sul fenomeno della violenza di genere che, prendendo spunto dalle storie di Lucia Annibali e Veronica De Laurentiis – entrambe intervistate dall’autrice -, scandaglia la tematica ascoltando rappresentanti delle forze dell’ordine, avvocati, psicologi, responsabili di Centri di accoglienza e strutture per uomini maltrattanti fino ad affrontare la problematica della comunicazione e del rapporto tra violenza e mass media.
“Un’intera società deve essere in continuo aggiornamento per contrastare il fenomeno e realizzare un percorso di progettazione condiviso, – scrive Lella – la costruzione di un linguaggio comune che permetta alla donna e ai minori vittime di violenza di sentirsi “sostenuti” totalmente da una rete, fatta prima di persone e poi di enti, strutture, autorità. La parte umana, comprensiva, di ognuno di noi dovrebbe venire prima di tutto. Immaginate quanto sia difficile per una donna ammettere che il proprio uomo, un uomo scelto per tutta la vita, abbia abusato di lei? “Mettersi nei panni dell’altro” è il primo passo da fare, lasciando il giudizio al di fuori.”
La prefazione del testo è firmata dal CollettivoDonneMatera che dal 2013 dà voce a tutti quei silenzi (dall’omosessualità all’aborto, solo per citarne alcuni) che caratterizzano la nostra società.
Daniela Lella è nata nel 1991 a Matera. Appassionata di scrittura, nel corso della laurea triennale in Lettere ha approfondito il legame con il mondo della narrazione. Dopo la laurea magistrale in Giornalismo e cultura editoriale a Parma ha avviato collaborazioni con alcune testate giornalistiche locali. Proprio dalla tesi-inchiesta del suo lavoro universitario conclusivo è nato questo libro, sul quale ha continuato a lavorare a Matera.
La maggior parte dei titoli di Altrimedia è disponibile in versione ebook negli store digitali. Eccone altri quattro da leggere su tablet o e-reader: “L’inganno delle apparenze”, “Cronache d’antropofagia”, “La ragazza sui calanchi” e “Conto alla rovescia”.
L’inganno delle apparenze
Un omicidio nel rione Piccianello di Matera. È l’incipit del giallo di Rocco Cascini, “L’inganno delle apparenze”, una nuova indagine per il commissario Rinaldi – già protagonista di “Guardi e ladri”. Nella città dei Sassi Cascini ambienta un noir fuori dal comune, nel quale l’ironia e i colpi di scena fanno da sfondo a un personaggio sui generis, Luca Rinaldi, brillante sul lavoro quanto inconcludente nella vita privata. Cascini è amante del thriller e ha sperimentato anche il genere della fantascienza.
Un caleidoscopio di personaggi ombrosi e agghiaccianti riti di antropofagia sono i protagonisti di un testo originale e pungente, “Cronache d’antropofagia” del napoletano Gianfranco Scala. Alice e Tommaso si rendono conto della reale identità dell’amico Rodolfo, malato terminale, solo quando accorrono al suo capezzale: la moglie Adele non è che la vittima predestinata di un sadico sanguinario, nella vita della coppia c’è lo spettro dell’antropofagia. Tommaso prova a venir fuori da quella che sembra una strada perversa e senza uscita.
È stato definito “un romanzo storico che rientra a pieno titolo tra le opere letterarie che rendono giustizia alle mancanze della memoria diffusa”. “La ragazza sui calanchi” di Vincenzo Maida narra le vicende dell’eroina di Montalbano, Rachele Cassano e, come ha sottolineato nella prefazione Ugo Maria Tassinari nasce dall’amore dell’autore per la sua terra, Montalbano Jonico, e per la sua storia: “E così, come chi, salvando una sola vita salva l’intero universo, la vicenda di una sola persona, sia pure di spicco, può bastare a raccontare un intero mondo che cambia, nel fosco fine del XVIII secolo”.
“Sono passate solamente tredici ore e quarantadue minuti da quando ho programmato una mia vita fantastica. In questo lasso di tempo non sono riuscita a realizzare nulla in quella direzione; tutto in quella opposta”. Un “Conto alla rovescia” dal ritmo vorticoso, tra emozioni ed esperienze, è quello di Alessandra Cattori. Un romanzo decisamente originale nel quale la scrittrice lascia spaziare la sua voce piena di brio. Cattori, cittadina della Svizzera italiana, è anche autrice di racconti per ragazzi.
“Io t’amo per cominciare ad amarti,
per ricominciare l’infinito,
per non cessare d’amarti mai:
per questo non t’amo ancora”.
Hanno riecheggiato anche i versi di Pablo Neruda, ieri sera 21 marzo – Giornata Internazionale della Poesia – a Matera presso la Galleria Arti Visive nel corso dell’iniziativa promossa da Altrimedia e dall’associazione Matera Poesia 1995. Un piacevole reading e una discussione attenta e partecipata sul bisogno di poesia nell’epoca contemporanea hanno caratterizzato la serata, moderata da Gabriella Lanzillotta di Altrimedia. Maria Antonella D’Agostino, presidente di Matera Poesia 1995 e l’editore Vito Epifania hanno dato vita a un dibattito nel quale è emersa tutta l’attualità di quest’arte senza tempo.
La poesia è una risorsa di vita, diventa un’àncora nei momenti di difficoltà, è portatrice di bellezza e non ha mai perso la sua forza catartica. Anche tra i più giovani, come è emerso nel corso della serata – al reading c’erano alcuni ventenni -, il valore delle liriche rimane indiscusso. Perfino i bambini, come il figlio di 7 anni di una delle partecipanti, Antonella Radogna, si sono misurati con le poesie: il bimbo ne ha scritta una e ne ha fatto dono alla mamma.
La poesia contribuisce anche ad abbattere le barriere, a unire, a rinsaldare i legami: lo ha dimostrato Raquel, italo brasiliana che ha voluto leggere alcuni versi in portoghese e in italiano, catturando letteralmente la platea con una musicalità che è arrivata a tutti, confermando il senso della Giornata Mondiale della Poesia che riconosce all’espressione poetica un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo e della comprensione interculturali, della diversità linguistica e culturale, della comunicazione e della pace.
Al reading sono intervenuti: Antonella Radogna, Clelia Montemurro, Giovanni Rosiello, Francesca Lacalamita, Daniela Lupi, Cinzia Rondinone, Angela Uricchio, Virginia Rescigno, Antonio Pace (Matera), Antonella Santulli, Giovanni Di Lena, Rosa Loponte, Vincenzo Risimini, Raffaella Pia Festa, Luigi Angelucci e Maria Antonella D’Agostino, Mimì Orlandi, Lucia D’Antona, Titina Vernile, Maria Vittoria Di Gennaro, Giuseppe Avenia.
“Ero affascinato dalla destrezza con la quale conquistava ogni anno, sotto gli occhi di tutti, il suo spazio vitale per riprodursi negli anfratti del Palazzo Marchesale, monumento imponente e maestoso del mio paese natio. E mi resi subito conto che i palazzi antichi venivano “conquistati” dal Grillaio anche a Matera e nei comuni vicini. Ciò rendeva palese, nella mia immaginazione, che l’antico portava con sé un equilibrio ancestrale gradito alla natura, espresso attraverso il rapporto di convivenza uomo-Grillaio.
Rompere questa convivenza, distruggere questo equilibrio attraverso la progressiva riduzione dell’habitat, sarebbe per tutti – uomini e falchi – una grande perdita di quel senso di civiltà e di dignitosa coesistenza che da sempre caratterizzano questi luoghi”.
Matera e la Murgia sono il suo “nido”: al Grillaio o Falco Naumanni (dal nome del naturalista tedesco Johann Andreas Naumann), il naturalista Gianni Palumbo ha dedicato un libro che analizza a tutto tondo questo piccolo rapace riconosciuto dall’Unione europea come “specie prioritaria ai fini di conservazione”, ai sensi della direttiva 79/409.
Altrimedia propone il volume con uno sconto del 20%: è necessario digitare il codice GRILLAIO per usufruire della promozione fino al 15 aprile.
Partendo dall’assenza di una bibliografia in grado di ricostruire l’evoluzione storica di questa specie, “Il Grillaio” presenta un accurato excursus che colma così quel vuoto.
Dalla biologia della specie allo status e conservazione della stessa, al Grillaio in Puglia e Basilicata fino ad alcuni progetti di conservazione: gli argomenti trattati da Palumbo – molto interessanti dal punto di vista ornitologico – insieme alle numerose foto e alle illustrazioni a colori, rendono questo volume unico nel suo genere.
La monografia raccoglie anche i numerosi dati emersi dalla ricerca sul campo ma non è rivolta esclusivamente agli esperti perché, grazie allo stile semplice e diretto dell’autore, arriva a tutti.
Gianni Palumbo, collabora con istituzioni pubbliche e private che operano nel campo della ricerca e della protezione della natura. E’ autore di numerosi articoli pubblicati su riviste didattiche e scientifiche.
Ha alle spalle una militanza di lunga durata nelle associazioni ambientaliste, è stato delegato regionale Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) in Basilicata, ha ricoperto varie cariche pubbliche in diversi enti, occupandosi prevalentemente di ambiente, ecologia e faunistica.
Le interazioni conflittuali e l’individuazione di strategie e strumenti che possano trasformarle in opportunità di sviluppo. Il tutto a partire da una rilettura in chiave critica dei classici del pensiero sociologico e di alcuni più accreditati teorici della “Peace research”. Sociologia e conflitti. Dai classici alla Peace Research della sociologa Maria Luisa Maniscalco raccoglie parte delle lezioni dell’autrice per il corso di ‘Teorie e tecniche delle trasformazioni dei conflitti’ per la laurea magistrale in Relazioni Internazionali della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università ‘Roma Tre’.
Un volume quanto mai attuale che, come spiega la Maniscalco nell’introduzione, “pur trovando il suo ‘naturale‘ centro gravitazionale in quelle teorie che studiano il conflitto con l’intento propositivo di contribuire ai processi di pace (cioè, in altri termini, su alcuni dei principali apporti della cosiddetta peace research), intende richiamare l’attenzione su alcuni aspetti del più generale pensiero sociologico sui conflitti e in modo particolare sui conflitti armati di rilevanza internazionale. Lo scopo è quello di fornire un quadro sintetico di alcuni principali studi sociologici in argomento colti nella loro genesi, cioè nel pensiero dei loro autori e nelle condizioni storiche in cui hanno preso corpo”.
Quelle trattate da Sociologia e conflitti sono “questioni di natura così coinvolgente e drammatica che possono trarre solo da una prospettiva di lungo periodo un adeguato sostegno alla pratica metodologica del distacco nell’analisi, pur nel fermo convincimento morale di un impegno per una civile e pacifica convivenza che possa, se non eliminare totalmente, almeno attenuare i pericoli che gli esseri umani costituiscono per gli altri e per sé”.
Nel volume dialogano virtualmente autori tra loro distanti a livello temporale, ideologico e culturale.
Maria Luisa Maniscalco, già professore ordinario di Sociologia presso l’Università degli Studi Roma Tre e coordinatore del Master in Peacekeeping & Security Studies ha alle spalle un’intensa attività di ricerca sui conflitti, sui processi di pace, sui rapporti tra cultura, religione, politica e società. È stata Dean della Facoltà di Security Sciences del Multinational Intelligence Studies Campus of Lugano (Switzerland), consulente scientifico per lo Stato Maggiore dell’Esercito Italiano e vice Presidente del Comitato Diritto Umanitario della Croce Rossa Italiana. Membro di numerosi comitati scientifici di fondazioni e istituti di ricerca, tra cui l’“Euro-Arab Institute for the Dialogue between Cultures” (Roma- Tunisi) e il “Mediterranean Council for Intelligence Studies” (Atene), e di riviste, tra cui “População e Sociedade”, “Polis”, “Democrazia e Sicurezza”.
Di recente si è occupata delle problematiche legate al radicamento di popolazioni musulmane sui territori europei a cui ha dedicato due volumi e numerosi saggi.
I titoli di Altrimedia sono anche in tutti gli store digitali, per poter leggere su pc, tablet o e-reader. Ne presentiamo altri quattro, disponibili in versione e-book. La raccolta di poesie “Oltre la notte”, la città dei Sassi raccontata da un “forestiero” – “A Matera si va si torna e si resta” -, il primo volume della trilogia “Anime brulicanti”, “Amore e passione” e il mondo delle biblioteche narrato in presa diretta, “Le disavventure di un bibliotecario”: proposte in versione ebook per chi, anziché sfogliare le pagine, ha voglia di “sfogliare” un tablet.
OLTRE LA NOTTE
Introspezione e ricercatezza stilistica: è questo il binomio che caratterizza le poesie di Oltre la notte dell’autrice potentina Carmen Lucia. Versi che non lasciano indifferenti e arrivano al lettore con una forza dirompente: liriche che scuotono e travolgono con parole cariche di introspezione, riflessioni ad alta voce, pensieri che non sempre è facile esternare eppure l’autrice non ha paura di dare voce al dolore, alla sofferenza. Stati d’animo tormentati che però nascondono una forza incredibile, quella necessaria ad andare avanti senza rimanere sopraffatti dalle avversità della vita.
Carmen Lucia, docente presso il Liceo Classico “Quinto Orazio Flacco” di Potenza ha vinto numerosi concorsi letterari con la raccolta Canti d’amore e Vivere (Altrimedia Edizioni); dal 2015 collabora con il Circolo culturale “Silvio Spaventa Filippi” alla redazione della rivista Leukanikà.
Matera raccontata dallo sguardo di un materano d’adozione. A Matera si va, si torna, si resta di Sergio Fadini è una raccolta di storie e luoghi, immagini e persone, indicazioni utili per il turista e incontri da ricordare e narrare. È la descrizione della città dei Sassi – in modo insolito, ironico, dettagliato – fatta da un sociologo di origini napoletane che di Matera si è perdutamente innamorato tanto da aver scelto di lavorarci, aprendo un B&B e coronando così il sogno un posto dove il viaggiatore potesse dormire e far colazione la mattina, come se fosse a casa sua. Fadini, uno studioso di turismo responsabile, ha fondato il progetto “il Vagabondo” e fa parte del tavolo Formazione dell’Associazione Italiana Turismo Responsabile (AITR) di cui è anche responsabile per l’ospitalità. Scrive saggi sugli impatti del turismo nel sud e sul turismo responsabile.
Ha pubblicato Salvateci dalla Taranta (2011).
Una full immersion nella Matera degli anni Cinquanta con il primo volume di Anime brulicanti, Amore e passione, di Francesco Sciannarella. Una trilogia di racconti ambientati nella città dei Sassi – nove storie, tre per ogni volume, che narrano di emancipazione, della lotta tra il cuore e la ragione, dei valori di una cultura contadina che sa riscattare storie di miseria economica e umana. Nell’attesa dell’ultimo volume, tra le prossime uscite di Altrimedia, si può riscoprire il primo con i suoi indimenticabili protagonisti: Bruna ed Eustachio alle prese con la povertà (La miseria); la lotta di Antonietta per far tornare a casa il figlio Mario, ripudiato dal marito Raffaele quando ha scoperto di non esserne il padre (La famiglia); il giovane aiutante fornaio Franceschino che per inseguire il suo sogno emigra in America (Il pane). Francesco Sciannarella è nato, vive e lavora a Matera, ha ricevuto diversi riconoscimenti. Scrive sceneggiature e ha fondato il gruppo teatrale Tutto Esaurito.
Il mondo delle biblioteche universitarie della Capitale illustrato da un cicerone d’eccezione: Ennio M. Tarantola, bibliotecario delle università capitoline in pensione, già direttore la Biblioteca di Area Scientifico Tecnologica dell’Università degli Studi di Roma Tre. Le disavventure di un bibliotecario è definito “un atto di giustizia per i bibliotecari. La testimonianza di una speranza che si è fatta realtà.” Infatti, tutto ciò che Tarantola descrive è realmente accaduto. Le disavventure di un bibliotecario è una registrazione in presa diretta che permette a chi legge d’entrare per un momento o per davvero all’interno di un vero e proprio circuito. L’autore è riuscito a trovare le parole giuste per spiegare e dare visibilità a un vero e proprio universo a parte, di nicchia.
“(…) È sempre più evidente che da questa crisi non uscirà una società con qualche frattura facilmente ricomponibile dai volonterosi ortopedici di turno, con qualche piccola ferita, con qualche ammaccatura. Cioè inconvenienti più o meno impegnativi, ma tutto sommato curabili. Uscirà invece una società completamente diversa. Con problemi del tutto inediti. E, se non si dovesse incominciare a discuterne, ci coglierà completamente impreparati. Con il rischio di dover pagare costi umani e sociali del tutto esorbitanti”.
È di stretta attualità il volume di Pierre Carniti La risacca. Il lavoro senza lavoro, un’analisi lucida e puntuale sulla crisi occupazionale.
La risacca parte da un excursus storico sulla “questione lavoro”, si basa su dati, compara alcuni fenomeni internazionali e prende in esame quelle che, in materia, sono state le proposte più coraggiose e decisive.
Come afferma Chiara Saraceno nella prefazione: “Il lavoro non è solo fonte di reddito. È anche fonte di dignità, di occasione di scambio interpersonale e sociale, perciò anche ambito di costruzione di senso per sé e per/con altri. In questa riflessione sul lavoro in un’epoca in cui esso è sempre più scarso rispetto al numero di individui che vorrebbero accedervi, Pierre Carniti ripropone una concezione forte di lavoro, come attività umana completa. Da questa concezione si dovrebbe ripartire per ripensare il lavoro, il modo in cui vi si accede, entro quali rapporti e forme di riconoscimento”.
I ricavi della diffusione del volume contribuiscono a sostenere Dignità del Lavoro (www.dignitadellavoro.it), una cooperativa sociale impegnata in Calabria nell’avvio di iniziative produttive finalizzate a restituire, attraverso il lavoro, dignità alle persone messe ai margini.
Pierre Carniti (Castelleone, CR, 25 settembre 1936) è stato uno dei massimi dirigenti sindacali negli anni complicati di una conflittualità sociale accompagnata dalla prima deriva dei conti pubblici in Italia (anni Ottanta). Era segretario generale della Cisl (1979 – 1985) quando si raggiunse il famoso accordo sulla revisione della scala mobile. Idealista e pragmatico, coraggioso e realista, capace di unire l’analisi e la proposta, Carniti ha riproposto questa sua qualità di sintesi anche nell’attività politica, da europarlamentare europeo prima (1989 – 99), e, poi, da presidente della Commissione d’indagine sulla povertà e da fondatore del movimento politico dei Cristiano sociali (movimento che ha contribuito prima alla nascita dei Democratici di Sinistra e poi del Partito Democratico).
“(…) A parte le associazioni riconosciute e finanziate dallo Stato per la scolarizzazione dei Rom, e poche associazioni cattoliche che offrono assistenza, a volte volontaria altre lucrativa, di tutto questo non se ne occupa nessuno. E in molti campi non entra veramente mai nessuno, solo la polizia, che spesso entra nelle case senza permesso di perquisizione, magari alle 5 di mattina. Anche i giornalisti hanno paura di entrare in un campo, ci vanno quando succede qualcosa di grave, magari scortati. È per questo che mi sembra importante portare gli studenti universitari nei campi, fargli conoscere queste realtà serve a scalfire le mura del disprezzo e dell’indifferenza che come le reti, circondano i campi. Serve ad assottigliare i pregiudizi reciprocamente, sia per gli studenti che per i Rom”.
È una delle riflessioni di Campus Rom, curato da Francesco Careri e Lorenzo Romito, che racconta il delicato processo di avvicinamento all’universo dei Rom intrapreso dal collettivo Stalker/On che compie ricerche e azioni sul territorio con particolare attenzione alle aree marginali.
L’approccio all’universo dei Rom da parte di Stalker/On, avvenuto proprio sul campo di battaglia tra istituzioni e Rom, si snoda nel volume attraverso l’autodialogo – risposte collettive a domande che avremmo voluto ci fossero state fatte – con i percorsi di formazione universitaria e di consapevolezza civile realizzati dal LAC, Laboratorio di Arti Civiche e da PrimaveraRomana, un progetto di cittadinanza creativa.
I progetti di Stalker hanno come prerogativa il coinvolgimento collettivo, la partecipazione del pubblico all’interno dell’intero processo creativo: il contenuto di Campus Rom ne è la prova tangibile.
Se avete una passione per il mondo digital, non ci sono scuse per non leggere. I titoli di Altrimedia sono anche nella versione ebook. Iniziamo presentandovi “Voci dal silenzio” di Daniela Lella, l’antologia “Rosa Sangue”, “Luoghi e credenze”, II atto della trilogia “Anime brulicanti” di Francesco Sciannarella e “L’enigma di Pitagora e altre storie” di Filippo Radogna.
VOCI DAL SILENZIO
Guai a rimanere indifferenti su quella che è diventata una vera e propria piaga sociale. Di violenza sulle donne non si deve smettere di parlare perché solo sensibilizzando si può iniziare ad affrontare quella che è diventata un’emergenza quotidiana. “Voci dal silenzio” di Daniela Lella raccoglie testimonianze, riflessioni, pareri di esperti e spunti per fermare violenza, stalking e femminicidi. Nelle pagine di “Voci dal silenzio” ci sono anche le interviste a due donne simbolo, Lucia Annibali e Veronica De Laurentis che, vittime dell’aggressività dei compagni hanno reso pubbliche le loro vicende per aiutare altre donne a denunciare e interrompere relazioni malate.
Un’antologia – la prima del genere – nella quale il fantastico diventa uno strumento femminile per parlare del femminicidio. Per “Rosa Sangue” hanno messo a disposizione la propria creatività ben diciotto autrici italiane: c’è chi ha preso spunto da notizie di cronaca, chi ha preferito un’ambientazione nel passato e chi ha optato per lasciare andare liberamente la propria fantasia.Quanto mai variegato la provenienza geografica delle scrittrici e il loro background letterario, a conferma della massima eterogeneità che si è voluta dare a Rosa sangue, senza imporre limiti né “gabbie” mentali. Il risultato è un lavoro a più voci che non mette alla gogna il genere maschile e non vuole essere un manifesto femminista. La raccolta è curata da Donato Altomare e Loredana Pietrafesa.
Secondo volume di “Anime brulicanti”, una trilogia di racconti ambientati da Francesco Sciannarella nella Matera degli anni Cinquanta. Anche in “Luoghi e credenze” i Sassi diventano un microcosmo nel quale si intrecciano storie e destini, gioie e dolori di uomini e donne sempre dignitosi, combattivi nelle avversità. L’emancipazione, la lotta tra il cuore e la ragione, i valori di una cultura contadina che sa riscattare storie di miseria economica e umana fanno da filo conduttore alle coinvolgenti trame di Sciannarella. “La comare e il vicinato”, “Il monaciello” e “La fontana” sono i tre racconti lunghi di “Luoghi e credenze”. A breve uscirà l’ultimo volume della fortunata trilogia.
Sono sedici racconti visionari quelli firmati dal giornalista Filippo Radogna. Matera, grazie alla penna di Radogna, diventa così la capitale del fanta-noir insieme all’altopiano delle Murge e alle rive dello Jonio, location di questa originale antologia. Radogna, cinquantaduenne materano, nel 2016 proprio con il racconto “L’enigma di Pitagor”a che dà il titolo alla raccolta vinse il Premio Italia 2016 per la fantascienza, nelle categorie Miglior racconto di autore italiano e Miglior articolo. La prefazione è di Donato Altomare, la postfazione di Giovanni De Matteo.
Il lato inedito e “fantastico” di Pitagora ma anche l’avvio di una collaborazione con Altrimedia: è quello che è emerso venerdì scorso a Taranto nella sede dell’associazione “Presenza Lucana” durante la presentazione dell’antologia di racconti L’enigma di Pitagora e altre storie (con prefazione di Donato Altomare e postfazione di Giovanni De Matteo) dello scrittore e giornalista materano Filippo Radogna.
Ogni settimana l’associazione presieduta da Michele Santoro dedica un pomeriggio a uno spaccato della realtà lucana: questa volta, protagonista è stata l’antologia dei 16 testi visionari di Radogna che raccontano Matera e il suo hinterland attingendo dal fanta-noir.
Dopo i saluti del presidente di “Presenza Lucana” Michele Santoro, sono
intervenuti Maria Antonella D’Agostino, presidente dell’Associazione “Matera Poesia 1995” e Vito Epifania, editore e project manager mentre la giornalista Anna Giammetta ha dialogato con Radogna.
Da sottolineare il lavoro encomiabile di associazioni come “Presenza Lucana” che contribuiscono a rafforzare, anche a distanza, relazioni con la Basilicata permettendo ai lucani non più residenti in regione di continuare ad avere un legame con la propria terra, in questo caso squisitamente culturale e letterario.
Aldilà dei contenuti del libro, Pitagora e la Scuola Pitagorica accomunano da sempre Metaponto e Taranto. Oltre allo stesso substrato archeologico e culturale il Materano, in genere, è un territorio fortemente legato alla Città dei due Mari.
Un territorio al quale il libro di Radogna offre una nuova chiave di lettura, molto apprezzata dalla comunità del fandom fantascientifico – nel 2016 l’autore materano ha vinto il Premio Italia L’enigma di Pitagora, il racconto che dà il titolo alla raccolta.
Nell’ottica di una collaborazione futura con la casa editrice Altrimedia, Santoro ha proposto sia di riscoprire tesi di laurea scritte anni fa sulla Basilicata per raffrontarle all’attualità e scoprire quali cambiamenti hanno interessato la regione, sia di valorizzare tesi firmate da giovanissimi e, quindi, ricche di nuovi spunti.
Il presidente Santoro ha infine ricordato che per Matera 2019 ci sarà una delle quattro grandi mostre dell’evento dedicata proprio alla complessa figura di Pitagora.
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