Cart

Redazione

Sticky Posts

Report Istat 2017 su produzione e lettura dei libri in Italia: aumenta la produzione editoriale ma resta invenduta la metà dei titoli

Report Istat 2017 su produzione e lettura dei libri in Italia: aumenta la produzione editoriale ma resta invenduta la metà dei titoli

Il 2017 segna, in termini quantitativi rispetto al 2016, una netta ripresa della produzione editoriale. Le opere pubblicate infatti aumentano del 9,3%, confermando la tendenza positiva già riscontrata nel 2016. Il 22,1% degli operatori attivi nel settore (oltre il 25% nel 2016) dichiara però che è rimasta invenduta oltre la metà dei titoli pubblicati nel 2017. Tale quota sale al 26% per i piccoli editori, scende al 21,1% per i medi e si attesta all’11,4% per i grandi marchi.
 È quanto si legge nel rapporto Istat “Produzione e lettura di libri in Italia”, riferito all’anno 2017. Un dato che conferma una tendenza tutta italiana, quella in cui gli scrittori (o gli aspiranti tali) superano di gran lunga i lettori. Il desiderio di scrivere e di vedere la propria opera pubblicata emerge dalle frequenti richieste di pubblicazione che giungono alla casa editrice Altrimedia e che la stessa valuta scrupolosamente.
Nel 2017, i 1.459 editori attivi censiti hanno pubblicato 70.159 titoli e stampato oltre 160 milioni di copie (circa due e mezzo per ogni cittadino italiano); in media, sono state stampate quasi 2.300 copie per ciascun titolo pubblicato. Sono 253 gli editori che, pur non avendo cessato l’attività editoriale, hanno dichiarato “produzione nulla”, ossia di non aver pubblicato alcun libro due anni fa, un valore in linea con l’anno precedente e pari al 14,3% dei rispondenti.
Sul fronte dei lettori, la cifra si attesta al 41% della popolazione dai 6 anni in su (quasi 6 punti percentuali in meno rispetto al 2010), tornando quindi ai livelli del 2001.

"Finuzza e le sue storie": bagno di folla per la presentazione a Matera del libro di Marinella Battiafarano

“Finuzza e le sue storie”: bagno di folla per la presentazione a Matera del libro di Marinella Battiafarano

Bagno di folla venerdì scorso a Matera nella Sala Laura Battista della Biblioteca provinciale per la presentazione di “Finuzza e le sue storie” (Altrimedia) di Marinella Battifarano. L’autrice, esaudendo un desiderio della madre – la protagonista Finuzza – a distanza di alcuni anni dalla sua morte, ha voluto lasciare un preciso ricordo scritto della storia della sua vita e della sua famiglia.

Marinella Battifarano ha avuto il merito di essere obiettiva, di non lasciarsi coinvolgere emotivamente permettendo così al lettore, libero di condizionamenti, di farsi un’idea propria. Quello che viene fuori è il ritratto di una donna dallo spirito profondamente moderno, una pioniera, così come la definisce la professoressa Battifarano. Una donna che, pur provata dai piccoli e grandi drammi che inevitabilmente incontra durante la propria vita, riesce sempre, con spirito indomito, a trovare la forza per andare avanti. È resiliente, ottimista, ha fiducia nel prossimo ed è sempre circondata da amici. Ama confrontarsi, è discreta, il suo status non le impedisce di prodigarsi per le persone meno fortunate, di aiutare chi ha bisogno. Emblematico il suo atteggiamento verso gli albanesi, che negli anni Novanta sbarcarono in Italia e furono ospitati in un camping nei pressi della sua casa a Nova Siri.

Accanto alla Finuzza impegnata nel sociale, abbiamo la Finuzza madre esemplare. Per i suoi figli è disposta a tutto, sfida la forma mentis del suocero e del marito che avrebbero voluto tenere lontane dai libri le figlie, permettendo invece loro di studiare e laurearsi, consapevole del valore dell’istruzione.

Stanca dei continui attriti con il marito non esita a prendere decisioni drastiche, ancora una volta incurante delle convenzioni ma consapevole del valore del benessere psicofisico e della dignità.

Il tutto, nelle cornici di due paesi lucani, San Paolo Albanese e Nova Siri, e due diverse culture che in Finuzza, nata nel 1917, trovano la sintesi ideale.

“Finuzza e le sue storie”, infine, è un libro che permette di rivalutare il Meridione: quello raccontato non è un Sud fatto di gente che si piange addosso ma è un Sud positivo, di persone intraprendenti e ottimiste che hanno dato e fatto tanto per la Basilicata.

Nel corso della serata, moderata dalla giornalista Rossella Montemurro, sono intervenuti la professoressa Eliana Rusciani e gli editori Vito Epifania e Gabriella Lanzillotta. L’attore Tommaso Grossi della Compagnia teatrale Tutto Esaurito ha letto alcuni brani tratti dal testo.

La professoressa Rusciani si è soffermata sul valore della microstoria sottesa al libro e sul legame madre-figlia-biografia, una triade complessa. Gli editori, infine, hanno rimarcato l’importanza della responsabilità sociale: “Strumenti quali quelli offerti da “Finuzza e le sue storie” sono indispensabili per interpretare l’attualità e provare a immaginare il futuro”.

A Montalbano sulle tracce di personalità illustri: presentato a Matera "I muri parlano"

A Montalbano sulle tracce di personalità illustri: presentato a Matera “I muri parlano”

C’è un vero e proprio tesoro, a Montalbano Jonico: le sue mura sono uno scrigno che custodisce aneddoti, leggende e, soprattutto, personaggi illustri che hanno segnato la storia d’Italia. I segreti della cittadina del Materano sono stati illustrati venerdì scorso nella Sala Laura Battista della Biblioteca provinciale della città dei Sassi da Vincenzo Maida, giornalista e scrittore, durante la presentazione del suo “I muri parlano” (Altrimedia edizioni). Come recita il sottotitolo, “A Montalbano, tra passato, vicoli e destini”, Maida ha ripercorso le vicende salienti che hanno interessato il suo paese e hanno reso protagonisti i montalbanesi utilizzando il rigore del cronista, sempre attento alla verifica delle fonti, e la leggerezza della narrazione che spesso è riuscita ad ammorbidire vicende dai toni troppo cruenti.
Insolito il modo in cui l’autore ha avuto l’input per “I muri parlano”: prima di iniziare le cene con gli amici nel fine settimana – un’usanza in voga nei paesini dell’hinterland – nell’attesa che tutto fosse pronto, Maida passeggiava nei vicoli di Montalbano. Ed è allora che gli si apre un mondo: palazzi antichi dimenticati nonostante le loro stanze siano impregnate di storia, uomini e donne montalbanesi doc che, in vari campi, costituiscono un vanto per la Penisola. Come Francesco Lomonaco, amico e maestro di Alessandro Manzoni e secondo padre Gabriele Ronzano ispiratore del romanzo più famoso della storia della letteratura italiana “I promessi sposi”, o Nicola Romeo fondatore della famosa casa automobilistica Alfa Romeo (palazzo Romeo è ancora esistente e, secondo l’autore, se si pensasse a un museo dell’Alfa Romeo si riuscirebbe a portare in regione un numero cospicuo di appassionati, considerando sono 70.000 in tutta Italia), Rachele Cassano, Niccolò Fiorentino, Felice Mastrangelo, Placido Troyli… Un elenco di personalità non a tutti note delle quali Maida ha ricostruito accuratamente la vita, le opere, e gli episodi per cui si sono distinte. Come scrive Maisa: “Segmenti di tempo e frammenti di vite, quasi tutte destinate all’oblio, avevano ridato luce e vita a quelle strade e voce a quei silenzi.”
 “I muri parlano” è anche un omaggio a Montalbano: “Non a caso – ha ricordato l’editore Vito Epifania – è stato pubblicato in “Paesaggi raccontati”, è il terzo volume di questa collana dopo “A Matera si va, si torna, si resta” di Sergio Fadini e “Fuori traccia” di autori vari.  Raccontare il paesaggio vuol dire assimilare la sua idea complessiva ed è un modo per prendersene cura. Abbiamo così provato ad allargare il campo partendo da Matera. Non vogliamo limitarci a fare gli stampatori, vogliamo avere una responsabilità sociale.”
Nel corso della serata, moderata dalla giornalista Rosalba Stasolla, il vicepresidente della Provincia Carmine Alba ha portato i saluti istituzionali mentre Emilia Fortunato e Emilio Andrisani dell’HermesteatroLaboratorio hanno letto alcuni brani tratti dal volume di Maida.

Un sabato nel Villaggio della Prevenzione a Sacrofano (Roma) nel nome di “Lei”

Un sabato nel Villaggio della Prevenzione a Sacrofano (Roma) nel nome di “Lei”

Una giornata intensa, quella di sabato scorso al Duemme Bar di Sacrofano (Roma), per l’anteprima nazionale dell’antologia di racconti di Monica Serra “Lei. Storie di donne da tutti i mondi possibili”. Una giornata all’insegna della solidarietà in quanto “Lei” rientra nel progetto “Altrimedia Edizioni per il Sociale” e sostienl’Organizzazione Susan G. Komen Italia nella lotta ai tumori del seno alla quale l’Autrice ha deciso di devolvere i diritti d’autore spettanti dalle vendite del libro.

Letteratura e impegno per il sociale, quindi, all’interno di un vero e proprio Villaggio della Prevenzione durante il quale sono stati offerti servizi gratuiti o scontati e consulenze psiconcologiche. Accanto all’autrice, nella presentazione di Lei, dopo i saluti del sindaco di Sacrofano Patrizia Nicolini sono intervenute Antonella Panetta della Komen Italia e l’editrice Gabriella Lanzillotta.

L’attore Pierfrancesco Ceccanei ha letto alcuni brani con l’accompagnamento musicale dell’arpa celtica di Virginia Viglianti.

In questi anni le attività di Komen Italia, prima fra tutte la Race for the Cure, la più grande manifestazione per la lotta ai tumori del seno in Italia e nel mondo, hanno contribuito a far cambiare l’approccio culturale nell’affrontare la malattia. – ha spiegato la Panetta – Alle 500 partecipanti della prima edizione di Race for the Cure siamo arrivati alle 10.000 dell’ultima, ma la nostra ambizione è quella di non averne neanche una”.

La Lanzillotta si è soffermata sull’impegno di Altrimedia per il sociale, la cultura può e deve impegnarsi in tali iniziative: “Anche la cultura, in un Paese che non legge, è una prova di coraggio che, in questo caso, deve affiancare tutte quelle persone che hanno deciso di non arrendersi di fronte a una diagnosi”.

In “Lei” sono tante le metafore che, dalle donne guerriere e combattive descritte dalla Serra, rimandano alle battaglie quotidiane contro i tumori. 

Con il fantastico a fare da sfondo, le eroine, i re, le principesse e le streghe di “Lei” sono i protagonisti di trame originali, scritte con cura e ambientati in “altri mondi”  che spesso di simile al nostro hanno solo i sentimenti.

Come sottolinea Monica Serra: “Parlare di tumore al seno a volte è difficile ma necessario. La malattia non deve più essere un tabù. La corretta informazione, oggi più che mai, salva la vita diceva Veronesi. La scelta di raccontare storie “fantastiche” viene dal fatto che il libro vuole essere indirizzato non a chi già conosce e vive il dramma della malattia, ma a chi non sa o non vuole sapere e trascura la prevenzione che, ad oggi, è il solo modo certo per garantirsi una difesa contro qualcosa di subdolo e spesso imprevedibile come un tumore.”

Monica Serra, nata nel 1968, calabrese di nascita e formellese di adozione, nella vita di tutti i giorni lavora, è madre di due figli e di due gatti, collabora con alcuni blog letterari. Dietro questa “copertura”, però, si nasconde un vero agente segreto della fantasia: ha scritto un fantasy, racconti di ogni genere (tra cui la serie sci-fi Sangue alieno) e i romanzi brevi Ali del futuro (EVE editrice) e Il Duca di ferro (Astro Edizioni). Un suo racconto è stato pubblicato nell’antologia Rosa Sangue (Altrimedia). È socia Ewwa e World SF Italia.

"Racconti nati da tutto ciò che mi passa "attraverso" nella vita": presentato a Matera "Tradizioni e speranze" di Francesco Sciannarella

“Racconti nati da tutto ciò che mi passa “attraverso” nella vita”: presentato a Matera “Tradizioni e speranze” di Francesco Sciannarella

“Cerco di mettere nella scrittura quello che mi passa “attraverso” nella vita, ciò che mi passa vicino. Tutto questo è per me ispirazione”. Le storie di Francesco Sciannarella, autore della trilogia “Anime Brulicanti” (Altrimedia) giunta a conclusione con “Tradizioni e speranze”, presentato sabato scorso a Matera, nascono da un mix di percezioni, incontri, pensieri: può essere una frase ascoltata per caso per strada, un’idea che si insinua pian piano, un amico ritrovato dopo tanto tempo… Dalle piccole cose prendono forma le trame di “Anime brulicanti”, ricche di personaggi ed eventi che hanno come filo conduttore i Sassi dagli anni ’50 ad oggi.
Nella suggestiva cornice di Casa Cava, “Il pastore e il contadino”, “La Madonna della Bruna” e “L’esodo” sono stati presentati dall’autore insieme al giornalista Luigi Mazzoccoli e all’editrice Gabriella Lanzillotta. Gli attori della Compagnia “Tutto esaurito” Pino Rondinone e Tommaso Ferrandina, hanno interpretato un dialogo tratto dal primo racconto, offrendo un singolare spaccato dell’opera di Sciannarella.

“Prima che diventasse una trilogia – ha sottolineato Lanzillotta – era un manoscritto di cinquecento pagine. Come editori sappiamo che non è possibile prescindere dal considerare il mercato di riferimento, perché accanto alla qualità di un libro c’è la necessità di immaginarlo, a priori, un prodotto. Certo, Francesco aveva già pubblicato con noi la bellissima opera “Nel cuore dei Sassi”, tratto dalla commedia teatrale “Il vicinato”, e “Sedimenti”, racconti noir ambientati a Matera, e conoscevamo il suo talento, ma questo non bastava, perché un volume di 500 pagine in un Paese che non legge sarebbe stato un fallimento. Così, dopo aver letto il manoscritto e realizzata la bellezza e la qualità dei racconti, abbiamo pensato all’espediente interessante della trilogia.”

Mazzoccoli le ha definite “storie malinconiche, drammatiche, con una luce di speranza”, ricordando come due dei personaggi (Tonino e Peppino), che fanno parte delle postfazioni, siano persone reali, il papà e lo zio dello scrittore.

“L’autore in quasi tutti i personaggi che crea ci mette del suo. Ho preso spunto – ha affermato Sciannarella –  anche dai racconti di mio padre e mio nonno. La lettura prima e la scrittura dopo mi hanno cambiato, mi hanno reso più sicuro di me”.

“Quello che colpisce, in tutti i libri di Francesco è la sua capacità di far vedere le storie: leggi di Paolo, di Nunziatina e siamo lì nei Sassi con loro”, ha aggiunto Lanzillotta.
Una curiosità: il titolo, “Anime brulicanti”, vuole ribaltare l’accezione negativa di un commento di Zanardelli nel 1902: i materani vivevano nei Sassi “come vermi che brulicano”. I materani di Sciannarella, invece, hanno nella dignità e in una forza d’animo incrollabile le loro qualità più grandi.

Vai al libro

 

Con  “Tradizioni e speranze” si conclude “Anime Brulicanti”, l'unica trilogia di racconti dedicata alla città dei Sassi dagli anni  '50 a oggi

Con “Tradizioni e speranze” si conclude “Anime Brulicanti”, l’unica trilogia di racconti dedicata alla città dei Sassi dagli anni ’50 a oggi

Con “Tradizioni e speranze” si conclude a Matera sabato 20 ottobre alle 18,30 a Casa Cava “Anime Brulicanti” (Altrimedia edizioni), l’unica trilogia di racconti, scritta da Francesco Sciannarella, che narra la città dei Sassi dagli anni ’50 a oggi.
Nel corso della serata, un estratto del terzo volume sarà rappresentato da Pino Rondinone e Tommaso Ferrandina, attori della Compagnia teatrale “Tutto esaurito”.
Interverranno l’autore e sceneggiatore Francesco Sciannarella e l’editrice Gabriella Lanzillotta. Modera il giornalista Luigi Mazzoccoli.

“Il pastore e il contadino”, “La Madonna della Bruna” e “L’esodo” sono i titoli dei tre racconti che compongono “Tradizioni e speranze”. I protagonisti sono, appunto, “anime brulicanti” di tutte le età le cui vite sono strettamente intrecciate tra loro, uomini e donne con una rispettosa dignità nonostante gli inevitabili problemi. Nella splendida cornice dei Sassi, si alternano storie di emancipazione, di lotta tra cuore e ragione, di valori e di cultura contadina che riscatta storie di miseria economica e umana.

Giuseppe è il protagonista del primo racconto: fa il pastore da quando aveva poco più di sei anni, un lavoro che se da un lato lo ha plasmato nel corpo, dall’altro lo ha cambiato nello spirito. La sera, a casa, trova un patrigno ubriaco e una madre vittima delle angherie dell’uomo. Il suo sogno è imparare a scrivere per riscattarsi da una vita che non gli ha regalato nulla.
Il sogno di Giovannino, invece, che incontriamo nel racconto “La Madonna della Bruna”, è quello di sfilare a cavallo il 2 Luglio, il giorno più importante per i materani, la festa della Santa Patrona. Con don Carmelo questo suo desiderio sembra poter avverarsi: l’uomo – un tipo un po’ losco – ha affidato a Giovannino Tuono Grigio, il suo cavallo più bello, promettendo di farlo partecipare alla cavalcata.

Nell’ultimo racconto, “L’esodo”, c’è la storia di Paolo. Ormai anziano, non ha intenzione di andare a vivere nella nuova casa assegnata al figlio dopo lo la legge sul risanamento nei Sassi. Vedovo e in pensione, ha deciso di trascorrere gli ultimi anni di vita a Sant’Agostino. L’amore però, può cambiare il corso del destino anche a una certa età…

Si completano così le nove storie, tre per volume, che hanno la capacità di condurre il lettore in una Matera verace nella quale il dedalo dei Sassi è lo sfondo di una grande famiglia in cui si condividono gioie e dolori.

L’autore, Francesco Sciannarella, è nato, vive e lavora a Matera. Sposato, con due figli. Scrive sceneggiature per commedie teatrali. Nel 2012 è stata portata in scena “Oh sorte mia”, successivamente ha scritto, diretto e interpretato “Il veleno è donne” e “Se ci sei batti un colpo”. Con Altrimedia Edizioni ha pubblicato nel 2012 il racconto lungo “Nel cuore dei Sassi”, tratto dalla commedia teatrale “Il vicinato”, e nel 2014 “Sedimenti. Matera noir in tre racconti”.

Quando l'archeologia emoziona: Lara Croft/Isabella Marchetta si racconta

Quando l’archeologia emoziona: Lara Croft/Isabella Marchetta si racconta

“Penso con la testa e vivo con il cuore. Ragione e sentimento spesso sono vissuti in antitesi e, nel rigore di essere ligi, non riusciamo a trovare una sintesi. Poetizzare le cose, invece, le rende meravigliose. Poetizzare le cose della vita ci dà una grande mano”.
Quella della nostra Lara Croft, Isabella Marchetta, è una scienza poeticizzata: la passione di Isa per l’archeologia non solo le permette di sdrammatizzare, sempre, ma anche di trasmettere emozioni. In “Quando Lara Croft arrossi” (Altrimedia Edizioni, collana ArcheoComunicazione) l’archeologia ha un volto nuovo, fresco, “alla portata di tutti”. È emerso nel corso dell’incontro sul tema “Dialogo sulla comunicazione in archeologia e l’archeologia del paesaggio” organizzato venerdì 21 settembre da Altrimedia Edizioni nella sala Laura Battista della Biblioteca provinciale Matera.
Con la spontaneità che la caratterizza, la Marchetta ha risposto alle domande dell’editrice, Gabriella Lanzillotta.
Quest’ultima ha raccontato come non ha avuto alcun dubbio nel pubblicare il volume quando le era stato proposto dall’autrice: “Uno dei problemi del nostro tempo è non riuscire a pensare al futuro perché non abbiamo contezza del passato. Ho visto nel suo libro un recupero del passato con amore. È stato lampante il suo amore per l’archeologia”, ha affermato la Lanzillotta.
La chiacchierata informale tra la Marchetta e la Lanzillotta ha evidenziato quanta archeologia ci sia in ognuno di noi e quanto questa disciplina sia profondamente ancorata al presente, alle vite di chi, di volta in volta, gravita attorno ai cantieri – luoghi per niente femminili ma che, grazie al carattere forte e alla tenacia dell’autrice, archeologa di professione, sono diventati la sua seconda casa. Del resto, dalle sue parole: “Lara Croft – seducente, succinta e combattiva – non è forse l’Indiana Jones delle femmine?”

Lara Croft nella "patria del croccantino"

Lara Croft nella “patria del croccantino”

San Marco dei Cavoti, “patria del croccantino” – hanno infatti sede numerose aziende nelle quali si produce artigianalmente un gustosissimo torrone con materie prime ricercate – e, soprattutto, territorio in cui sono stati rinvenuti numerosi reperti archeologici: non poteva esserci cornice migliore nel Beneventano per le avventure di Lara Croft.

Domenica scorsa “Quando Lara Croft arrossì” di Isabella Marchetta è stato presentato nell’ambito della manifestazione culturale “Un’Estate Gavota” organizzata dalla “SannioFortorEuropa”, società per la promozione della cultura e dello sviluppo sostenibile nel Museo “Modern” di Palazzo Jelardi.

L’autrice, archeologa di professione, ha raccontato – dialogando con Stefano Stisi, presidente dell'”Associazione noi del ’63 e dintorni” e con l’editore Vito Epifania – alcuni degli aneddoti riportati nel libro.

In particolare, Marchetta si è soffermata sul legame con la propria regione, la Basilicata, un legame prima di tutto affettivo che si è ulteriormente rafforzato intraprendendo una professione singolare. L’amore verso la Basilicata si èa intrecciato al suo sguardo da archeologa: “La mia Basilicata ha due strade la Jonica di bambina e la Bradanica di archeologa. – si legge in “Quando Lara Croft arrossì” – Alla Basentana voglio dare invece un grande compito: quello di strada da camminare. Le strade della Basilicata hanno il nome dell’acqua che seguono nel loro percorso. Gli uomini moderni ne hanno ricalcato la pioniera traccia, la via furba e veloce degli antichi fiumi e quella aperta e convergente del mare”.

Tuttavia, l’autrice, offrendo uno spunto di riflessione sul binomio giovani-lavoro ha aggiunto di non riuscire a percorrere spesso queste strade così familiari.

Se è vero che si dà per scontato di dover lasciare la propria città per lavorare, è anche vero che in molte realtà del Sud ci sarebbero potenzialità enormi di cui riappropriarsi. Come ha sottolineato Sisti, i nostri piccoli comuni hanno identità e particolarità che, se colte costituirebbero opportunità preziose per i giovani, evitando loro di fare scelte drastiche: “La vera America è qui da noi, nella ricchezza dei piccoli borghi che solo un circolo virtuoso permetterebbe di “sfruttare” in senso positivo”.

A Minervino Murge avventura e mistero con "L'enigma di Pitagora e altre storie"

A Minervino Murge avventura e mistero con “L’enigma di Pitagora e altre storie”

L’antologia “L’enigma di Pitagora e altre storie” dell’autore materano Filippo Radogna, vincitrice del Premio della Critica “E. Vegetti” 2018, sarà presentata a Minervino Murge venerdì 24 agosto in Villa Faro alle ore 19. La serata è organizzata dall’Associazione “Volontari per Minervino” nell’ambito del calendario di appuntamenti dell’estate minervese patrocinata dall’amministrazione Comunale.
Alla serata coordinata dalla giornalista Raffaella Ippolito, della testata MinervinoLive, dopo i saluti della sindaca prof.ssa Maria Laura Mancini, oltre all’autore, interverranno l’editore Vito Epifania e i giornalisti Sissi Ruggi ed Enzo Fontanarosa. I brani del testo saranno letti dalla minervinese Marianna Campanile.
L’antologia di Radogna, che si avvale della prefazione del noto scrittore pugliese di fantascienza Donato Altomare, contiene 16 racconti avvincenti e ben costruiti, tra gialli e noir, passato e futuro, che si dipanano rapidi, con colpi di scena e finali a sorpresa, dove emerge la scrittura giornalistica veloce e netta dell’autore.
Nel testo, definito dallo scrittore Premio Campiello Raffaele Nigro “interessante e sperimentale, tra realismo magico e fantascienza”, ritroviamo un mistery, con protagonista il filosofo Pitagora tra Metaponto, Taranto e le profondità del cosmo. Un giallo, invece, si svolge il 28 agosto 1936, giorno della visita del duce Benito Mussolini a Matera. Altri racconti sono ambientati tra gli antichi Rioni Sassi, sull’abbacinante Altipiano murgico e nei minuscoli paesi dell’entroterra lucano, ma anche pugliese, che furono regno delle fattucchiere.
Filippo Radogna, vive e lavora a Matera. Ama spaziare tra differenti generi narrativi. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Bari, giornalista professionista, ha pubblicato vari saggi storici. Gli sono stati attribuiti numerosi riconoscimenti letterari. Attualmente scrive per il quotidiano “La Nuova del Sud” e collabora con varie testate on line.

"Officina Italia", il saggio-inchiesta nel cuore della Fiat dell'era Marchionne

“Officina Italia”, il saggio-inchiesta nel cuore della Fiat dell’era Marchionne

È un saggio-inchiesta nel cuore della Fiat dell’era Marchionne, Officina Italia, il testo di Fabio Sebastiani pubblicato nel 2015 e tornato di stretta attualità dopo la morte del numero uno della Fiat.

Sebastiani analizza una figura controversa, quella del manager che salvò la celebre casa automobilistica torinese, rilanciandola in 14 anni, ma che inevitabilmente impose un suo imprinting: “La Fiat, – scrive il segretario nazionale Fiom Cgil nella prefazione – e il settore metalmeccanico, ha sempre rappresentato l’avanguardia dell’offensiva padronale nei confronti del mondo del lavoro. In questo, Sergio Marchionne è il continuatore di una tradizione ben consolidata. Mai, però, il confine raggiunto era stato così avanzato, spingendosi fino al punto, per noi di non ritorno, di espellere il sindacato fuori dal luogo di lavoro”.

Ancora, “La competizione, secondo il modello Marchionne, non si fa sulla qualità dei prodotti, sulla sfida di ripensare in termini ecosostenibili alla mobilità delle persone, ma sulla qualità delle condizioni di lavoro, sulla competizione tra lavoratori di aziende diverse”.

La vicenda della Fiat, da Valletta a Marchionne, fra cronaca sindacale, passaggi economici e presa diretta di chi in fabbrica ha lavorato, viene analizzata in modo capillare da Sebastiani. In Officina Italia coesistono informazione e controinformazione e, in controluce, le intenzioni dell’ad Marchionne: “L’uomo della finanza – continua Landini – che la famiglia Agnelli, oberata dai debiti, vuole al posto giusto al momento giusto. Contro quel che resta della classe operaia, contro i diritti degli operai e a rimpinguare di interessi le casse delle banche americane ed europee”.

Sebastiani, giornalista romano, si occupa di questioni sindacali e ha collaborato con diverse riviste.