Nicola Cacace se ne è andato. Studioso, già collaboratore anche dell’Unitá e attento osservatore del mondo del lavoro, aveva regalato uno dei suoi preziosi contributi anche ai tipi di Altrimedia con il sio “Cambiare marcia per creare lavoro”. Gli anni, l’esperienza, gli studi e l’enorme mole di dati e di articoli prodotti, lo avevano spinto a non tirarsi indietro, a non modellare le sue idee alla ricerca di facili consensi. No, lui rischiava sempre, spesso lanciandosi in proposte, idee (oseremo dire battaglie, se la parola non fosse abusata) che provocano dibattiti aspri e non pochi avversari. Ne ha dato notizia Beppe Bianchi nella newsletter dell’Isrl con queste parole: “È venuto a mancare l’amico fraterno Nicola Cacace con il quale abbiamo fondato l’Isril nel lontano 1962 per poi camminare per vie parallele in un lungo tratto di vita, senza mai perderci. Fanno testimonianza i suoi molteplici contributi alle Note Isril, i nostri periodici incontri-scontri che servivano a rinverdire un’amicizia profonda. Nicola lascia una grande eredità di affetti, allargata al di là della dimensione familiare ed il ritratto di un uomo vero sempre fedele ai suoi valori e portatore di quel culto della libertà e della giustizia che non lasciava spazi a compromessi. I funerali si terranno domani sabato 26 ottobre, alle ore 10,30, presso la Chiesa Madonna della Salette in Piazza Madonna della Salette 1. B. Ugolini.”
Con
i successi sportivi e la bella storia personale di Biagio Tralli,
pluiricampione materano di kickboxing e Direttore tecnico della
Nazionale italiana di Low Kick, si è conclusa ieri sera all’Ipercoop
di Matera-Venusio la partecipazione della casa editrice Altrimedia a
“Seminar Libri”, iniziativa promossa da Coop Alleanza 3.0 e dal
Centro Commerciale Mongolfiera.
Davanti a un pubblico attento e partecipe e alla vicepresidente Zona Soci Coop Alleanza 3.0 Angela Perniola, il Maestro Tralli con la giornalista Rossella Montemurro, autrice di “Calci e pugni sul tetto del mondo. Biagio Tralli, identikit di un campione”, rispondendo alle domande dell’editrice Gabriella Lanzillotta, ha ripercorso le tappe salienti della sua carriera brillante e i momenti difficili che è riuscito a superare entrando nell’olimpo di questa affascinante disciplina. Uno sport, la kickboxing, spesso vittima di pregiudizi: si pensa, infatti, che possa essere violento mentre è statisticamente provato che si verificano maggiori infortuni praticando il calcio.
Il
Maestro, con l’umiltà che lo contraddistingue, ha ricordato come la
sua palestra, la Dynamic Center, sia prima di tutto una palestra di
vita nella quale tanti ragazzi hanno potuto trovare un’alternativa
sana a percorsi difficili. Alcuni, con la kickboxing, sono riusciti a
riscattarsi da scelte sbagliate.
È
merito del Maestro Tralli se Matera, ben 11 anni prima che diventasse
Capitale Europea della Cultura, è stata Capitale Mondiale della
kickboxing. Eppure, leggendo la sua storia, si scopre che all’inizio
ha avuto tutti contro: dai familiari agli amici più cari. Tutti a
cercare di fargli cambiare idea, tutti con i piedi per terra. Ma a
quel sogno no, era impossibile rinunciare. Il testo, che ha la
prefazione del presidente della FIKBMS Donato Milano, è corredato da
fotografie e da QR CODE.
Le
scorse settimane sono stati protagonisti delle iniziative letterarie
di Coop Alleanza 3.0 e dal Centro Commerciale Mongolfiera altri tre
volumi della casa editrice Altrimedia: “Tradizioni e speranze” di
Francecso Sciannarella – testo presentato a Bari nell’ambito del
Maggio dei libri -, “Quando Lara Croft arrossì. L’ordinarietà
straordinaria di un’archeologa” di Isabella Marchetta e “Matera.
Il Manuale del turista 2019” di Giovanni Ricciardi.
La
festa della Madonna della Bruna con tutte le sue suggestioni, alla
quale è dedicato il racconto “La Madonna della Bruna” di
“Tradizioni e speranze”, dell’ultimo volume della trilogia di
Francesco Sciannarella “Anime brulicanti”, ha catturato
particolarmente il pubblico che venerdì sera a Bari ha partecipato
nel Centro Commerciale Mongolfiera di Japigia al primo appuntamento
di Altrimedia con l’iniziativa “Il Maggio dei Libri” promossa da
Coop Alleanza 3.0.
La
storia di Giovannino, un ragazzo materano che è disposto a tutto
(anche a lavorare gratuitamente per un tipo losco che possiede però
uno splendido cavallo) pur di partecipare alla cavalcata del 2
Luglio, ha suscitato domande e curiosità negli spettatori che,
numerosi, hanno seguito il dialogo tra l’editrice Gabriella
Lanzillotta e lo scrittore.
Altrimedia
e Coop Alleanza 3.0 saranno di nuovo insieme il 30 maggio a Matera
alle 19 nel Centro Commerciale Mongolfiera di Matera-Venusio,
all’Ipercoop, per presentare, nell’ambito di “Seminar Libri”, il
volume di Isabella Marchetta “Quando Lara Croft arrossì.
L’ordinarietà straordinaria di un’archeologa”.
Archeologa
di professione, l’autrice scrive con spontaneità di se stessa e del
suo amore per gli scavi, riuscendo a coinvolgere il lettore con
aneddoti, storie e disavventure a lieto fine. Un
volume che in dieci episodi – la maggior parte flash di vita
vissuta – racconta in presa diretta l’archeologia dei giorni
nostri. Non manca l’ironia, la spensieratezza di una quotidianità
altra e impegnativa che però ha alla base una passione fortissima
che da sempre motiva l’autrice in un’attività lavorativa spesso
non a misura di donna. Ciò che emerge è un nuovo modo di concepire
l’archeologia, non più disciplina per pochi eletti o per addetti
ai lavori ma una materia affascinante.
Pane,
timbro, famiglia, tradizioni: sono queste le parole chiave del volume
“Nel nome del pane. Segni della cultura agropastorale in
Basilicata” (Altrimedia) dell’artista Marianna D’Aquino
presentato ieri sera a Matera nella Sala Levi di Palazzo Lanfranchi e
definito dai relatori (il prof. Nicola Rizzi che ha firmato un testo
presente nel libro, l’editore Vito Epifania e Maria Antonietta
Carbone in rappresentanza della direttrice del Polo Museale della
Basilicata Marta Ragozzino) “opera d’arte in un’opera d’arte”.
“Questo
libro è una riflessione sul filo della memoria. – ha affermato
Epifania – Il pane è qualcosa di essenziale che riporta a una
simbologia ricca. Ormai stampare un libro è un’operazione diventata
banale – ha aggiunto – Come editori cerchiamo qualcosa che sia
provocazione, qualcosa di nuovo e che sia legata al territorio: il
testo di Marianna ha queste caratteristiche”.
Nel
volume sono riprodotti pittoricamente 35 timbri del pane: raffigurano
alcuni pezzi conservati nella Collezione Etnografica del Museo
Nazionale Archeologico “D. Ridola”; una collezione che comprende
anche conocchie (utilizzate per dipanare la lana) cucchiai e stecche
da busto.
“Parlando
di pane parliamo di un bene primario. – ha sottolineato Maria
Antonietta Carbone, responsabile del Museo Ridola – Quello che
affronta “Nel nome del pane” è un tema meraviglioso”.
Si
tratta di manufatti lignei che raccontano la storia di un popolo che
nella sua semplicità ha tramandato questi piccoli oggetti, dal
notevole valore artistico e degni di considerazione.
Un
tempo, marchiare i pani con le iniziali del capo famiglia, in modo
che non si confondessero con quelli di altre famiglie, dal momento
che la consistenza della pasta e la pezzatura erano diverse e
ciascuno voleva avere la certezza che il proprio pane non fosse
scambiato con quello altrui.
L’autrice
ha raccontato di aver iniziato la sua ricerca nel 2015: “Ho trovato
circa 60 timbri ma mancava ancora qualcosa. Mi hanno aiutato sia il
professor Rizzi sia il professor Ferdinando Mirizzi (che ha anche
firmato la prefazione del volume, ndr). A ogni timbro ho voluto dare
un nome, anche ricordando persone che non ci sono più. La scelta dei
timbri presenti nel libro è nata dai soggetti che mi hanno ispirato
maggiormente. Ognuno di loro raccontava la storia della città e ogni
timbro è stato raccontato in maniera diversa. La mia arte, insomma,
si è messa in funzione di questi timbri reinterpretati con occhi da
artista”.
Un
accurato lavoro, quindi, che ci consente di capire bene non solo il
passato ma anche e soprattutto il presente.
Il
professor Rizzi, ricordando gli studiosi che fin dagli anni Cinquanta
si sono occupati dei timbri del pane (l’etnologo
danese, Holger Rasmussen, che tra il 1953 e il 1955 condusse una
ricerca specifica;
a “studiare” i timbri del pane furono anche Eleonora Bracco, il
prof. Annona, Silvestrini e Spera) ha svelato che la sua non è stata
un’esperienza di studio ma un contatto diretto: “I miei genitori
avevano un forno e, poiché non volevo andare all’asilo, trascorrevo
lì le mie giornate. Ben presto i timbri diventarono i miei
giocattoli. Poi, mentre percorrevo la strada dell’istruzione quei
timbri iniziarono un altro percorso, verso il Museo Ridola. Il mio è
un racconto evocativo perché insieme alla storia dei timbri c’è il
ricordo di un qualcosa che non tornerà più”.
Anche
l’artigiano Luca Colacicco ha reinterpretato i timbri con pregiati
manufatti in legno in vendita con il libro in una confezione
speciale.
L’edizione
del libro “Nel nome del pane” è bilingue, in italiano e in
inglese.
Morbidi
orsacchiotti volanti o animaletti assetati di sangue? Dolcissimi o
crudeli, da sempre nell’immaginario collettivo evocano però
soprattutto ribrezzo, complice anche una certa filmografia che non li
ha mai aiutati a essere considerati sotto una luce diversa – il
Conte Dracula è stato protagonista di 170 film e sono oltre 600 le
pellicole in cui, comunque compare. Eppure, per conoscere davvero i
pipistrelli, creature straordinarie, bisogna andare oltre le
apparenze. In primis, i chirotteri (è questo il loro nome
scientifico)
hanno un ruolo ecologico di individui con il loro esercito che si
ciba di notte di zanzare e farfalle notturne. Sono un terzo di
mammiferi a livello mondiale, le specie italiane (ben 33) sono le più
rappresentate anche se poco conosciute.
A
loro Pier
Paolo De Pasquale, laureato in Scienze Naturali e specializzato nello
studio della chirotterofauna, ha dedicato il volume “I pipistrelli
dell’Italia Meridionale” (Altrimedia) presentato nella Sala Levi di
Palazzo Lanfranchi a Matera in un incontro che, in maniera semplice e
coinvolgente, ha svelato aneddoti e curiosità. Al tavolo dei
relatori, coordinati da Gianni Palumbo, curatore della collana di
Altrimedia Edizioni “Tutta la Terra abitata”, insieme all’autore
c’erano Maurizio Gioiosa, Direttore del Museo Provinciale di Storia
Naturale di Foggia e Gemma Lanzo, Sindacato nazionale Critici
Cinematografici.
Gabriella
Lanzillotta, Direttore Editoriale Altrimedia Edizioni, ha ricordato
come il volume di De Pasquale abbia contribuito a dare nuovo slancio
alla collana “Tutta la Terra abitata”.
De
Pasquale ha rimarcato l’importanza di preservare l’habitat dei
chirotteri, specie fragilissima ma fondamentale. Anche per Gioiosa è
opportuno limitare l’uso dei pesticidi dannosi per i pipistrelli, che
si nutrono di insetti.
Gemma
Lanzo ha affermato che i pipistrelli, presenti in tutto il mondo in
leggende, racconti e poesie sono da sempre associati al buio: “Anche
Dante quando si trova a parlare di Lucifero lo descrive sotto la
forma di un pipistrello. E poi, nei film, dagli horror di Dario
Argento a Lucio Fulci fino a Batman. Di contro, in alcune culture
dell’Oriente e del Centro America il pipistrello è venerato. Esopo
gli ha dedicato ben tre favole. Non solo, il chirottero ha fatto la
fortuna di Strauss: “Il pipistrello” è la sua operetta più
celebre.”
Sicuramente, bisogna andare oltre il loro aspetto. Lo sottolineava anche Gianni Rodari, in questi versi ricordati da Palumbo: “Indovina se ti riesce: / la balena non è un pesce / il pipistrello / non è un uccello; / e certa gente, chissà perché, / pare umana e non lo è”.
Da Dracula a
Batman, sono da sempre nell’immaginario collettivo a metà tra repulsione e simpatia.
Questa volta i pipistrelli sono i protagonisti del volume di Pier Paolo De
Pasquale “I pipistrelli dell’Italia Meridionale” edito da Altrimedia.
Il libro sarà
presentato in anteprima mercoledì 17 aprile, alle ore 19, a Bari presso
l’Associazione Terre del Mediterraneo in via Piave 59. Dopo i saluti di
Francesca Aquilino (presidente dell’Associazione Terre del Mediterraneo),
Gabriella Lanzillotta (editrice) e Giovanni Zaccaria (Servizio Parchi e Tutela
della Biodiversità Regione Puglia), l’autore dialogherà con il vicepresidente
dell’Associazione Terre del Mediterraneo Rocco Labadessa.
“In un momento
storico in cui il tema ambientale e quello della tutela della biodiversità sono
seriamente a rischio, Altrimedia Edizioni – sottolinea l’editrice Gabriella
Lanzillotta – ha ritenuto importante
offrire un contributo per provare a recuperare il senso di un Pianeta che ospita
la vita in tutte le sue varietà biologiche, genetiche e culturali, missione
della collana Tutta la terra abitata. Il volume “I pipistrelli dell’Italia
meridionale. Ecologia e conservazione” di Pier Paolo De Pasquale, infatti,
arricchisce la storica collana di Altrimedia sia sotto il profilo dei
contenuti, questo nuovo titolo va ad affiancarsi a quello dedicato al falco
grillaio, sui rondoni e sui rapaci del Pollino, che di quello grafico, abbiamo
infatti lavorato al restyling degli elementi che caratterizzano il progetto
editoriale nel suo complesso.”
I pipistrelli sono mammiferi molto specializzati, capaci di
volare e di localizzare le prede nell’oscurità attraverso un sofisticato
biosonar, adattamenti che hanno contribuito in modo significativo al loro
successo evolutivo. Il libro di De Pasquale descrive i principali aspetti della
biologia e della storia naturale di questi affascinanti animali, focalizzandosi
sull’ecologia e le problematiche di conservazione delle diverse specie nelle
regioni dell’Italia meridionale, un territorio
fragile, estremamente vario e ricco di biodiversità. Il testo è ricco
di fotografie di pipistrelli, tutte
scattate in habitat naturali, ad animali catturati da ricercatori autorizzati
per le attività di cattura temporanea a fini scientifici – la cattura dei
pipistrelli è infatti proibita per legge, previa autorizzazione rilasciata
dagli organi competenti.
Pier Paolo De Pasquale, laureato in Scienze Naturali e specializzato nello studio della chirotterofauna, svolge la libera professione di consulente faunista. Negli anni ha maturato una rilevante esperienza professionale, occupandosi della progettazione di Piani di Gestione dei Siti Natura 2000, studi d’impatto ambientale, ricerche faunistiche in numerosi Parchi Nazionali dell’Italia meridionale, tra cui il PN del Pollino, PN dell’Appennino Lucano, PN del Gargano, PN dell’Aspromonte. Inoltre, ha partecipato a diversi monitoraggi scientifici nell’ambito di progetti per la conservazione della natura (programma LIFE+ Natura e Biodiversità). Dal 2008 è socio del Gruppo Italiano Ricerca Chirotteri (GIRC) e dell’Associazione Teriologica Italiana (A.T.It.). I suoi interessi scientifici sono orientati sull’ecologia, la distribuzione e la conservazione delle popolazioni di chirotteri dell’Italia meridionale. È autore e coautore di diversi articoli pubblicati su riviste scientifiche internazionali, atti di convegno e delle linee guida redatte dal GIRC, per la valutazione dell’impatto degli impianti eolici sui chirotteri in Italia.
Il valore intrinseco del paesaggio, le sue suggestioni, la possibilità di scoprire zone del nostro territorio leggendo una storia, perdendoci nelle descrizioni che, a uomini e donne, affiancano altre prospettive, panorami, scenari mai svincolato dalla storia che quei luoghi racchiudono.
È
questo il senso della collana Paesaggi Raccontati – nata sulla scia
dell’omonimo progetto dedicato alla narrazione dei territori che
Diótima, società proprietaria del marchio Altrimedia Edizioni, ha
realizzato assieme ad altri partner di livello internazionale -,
della
quale fa parte il nuovo libro di Vincenzo Maida “I muri parlano.
Montalbano,
tra passato, vicoli e destini” presentato sabato scorso
nella Biblioteca comunale di Policoro.
“In
Le Goff la grande storia e la piccola storia avevano sempre intrecci
profondi. – ha sottolineato l’editrice Gabriella Lanzillotta – Le
Goff aveva grande consapevolezza che un popolo non può restare
privato del racconto della propria storia, una memoria «che gli
storici si sforzano, attraverso lo studio dei documenti, di rendere
oggettiva, la più veritiera possibile: ma è pur sempre memoria. Non
proporre ai giovani una conoscenza della storia che risalga ai
periodi essenziali e lontani del passato, significa fare di
questi giovani degli orfani del passato, e privarli dei mezzi per
pensare correttamente il nostro mondo e per potervi agire bene». Ed
è questo che, nel nostro piccolo abbiamo inteso fare con Paesaggi
raccontati. L’intento è quello di narrare i territori attraverso
diverse tecniche narrative: scrittura, ma anche tecniche pittoriche
ispirate ai carnet des voyages, foto e video reportage. La collana
intende proporre testi innovativi, dove la narrazione dei luoghi non
è solo descrittiva ma si imbeve di storie, di racconti, di gente.
“I
muri parlano” descrive con passione quello che, nel corso degli
anni, è accaduto nelle strade e nelle case del piccolo centro del
Materano. L’autore, Vincenzo Maida, a metà tra cronaca e
narrazione, ha ripercorso le vicende salienti che hanno interessato
il suo paese e hanno reso protagonisti i montalbanesi”.
Forse
non tutti sanno, infatti, che a Montalbano sono nati personaggi
illustri: da Francesco Lomonaco, amico e maestro di Alessandro
Manzoni e secondo padre Gabriele Ronzano ispiratore del romanzo più
famoso della storia della letteratura italiana “I promessi sposi”,
a Nicola Romeo fondatore della famosa casa automobilistica Alfa Romeo
(palazzo Romeo è ancora esistente), da Rachele Cassano a Niccolò
Fiorentino, da Felice Mastrangelo a Placido Troyli.
Maida,
che nel suo libro ha descritto scorci che sono stati testimoni di
storie d’amore e tradimenti pagati col sangue, segreti
inconfessabili e vite eccezionali, ha parlato anche dello spirito di
accoglienza che caratterizza oggi i montalbanesi, persone che non
hanno alcun problema di integrazione con i tanti migranti presenti
nella cittadina.
In
sintonia con le parole di Gabriella Lanzillotta anche Maria Lovito e
Anna Albino del Presidio del Libro intervenute insieme all’autrice
delle illustrazioni del libro Mariangela Tripaldi. Nel corso della
serata Gabriella Orofino ha letto alcuni brani tratti dal volume.
Racconti che diventano fumetti, che sono rielaborati, analizzati dalla curiosità degli studenti del Liceo Classico. È stato un incontro virtuoso quello tra i ragazzi delle prime (sezioni A, B, C, D, E) classi e della seconda D del Liceo classico Duni di Matera e la scrittrice Monica Serra che ha potuto apprezzare i lavori nei quali l’antologia “Lei. Storie di donne da tutti i mondi possibili” è stata reinterpretata. Nella sala Levi di Palazzo Lanfranchi, accanto alla solidarietà, tappa materana della rassegna “Storie che salvano la vita” promossa dalla casa editrice Altrimedia – da pochi mesi ha ideato all’interno della sua linea editoriale la collana “Altrimedia edizioni per il sociale” – la letteratura ha avuto un posto da protagonista. La presidente del Comitato Race for the Cure di Matera sezione regionale Basilicata Komen Italia Laura Tosto ha annunciato che quest’anno la Race, l’evento simbolo di Komen Italia, la più grande manifestazione per la lotta ai tumori del seno in Italia e nel mondo, si svolgerà a Matera. Dal 27 al 29 settembre, inoltre, sarà allestito nella città dei Sassi il Villaggio della salute. Presente anche l’assessore alle Politiche Sociali Marilena Antonicelli che ha particolarmente apprezzato l’impegno di Altrimedia nei confronti della solidarietà. Gli alunni, grazie alle sensibilità delle docenti Maghita Palumbo, Lafasanella, Dell’Acqua, Quarto e Cosola, hanno colto l’occasione per intervistare Monica Serra e cercare di carpire qualche segreto per la stesura di una storia del genere fantastico: a prima vista, infatti, il fantastico sembra un genere tipicamente maschile – scritto da uomini e rivolto a lettori uomini – eppure non bisogna dimenticare che una delle pietre miliari della letteratura fantastica è “Frankenstein” di Mary Shelley. Nel pomeriggio, l’autrice, che devolverà i suoi proventi dalla vendita del libro all’organizzazione Susan G. Komen Italia, ha incontrato il pubblico nella Biblioteca di Matera.
“Lo
scrittore di fantascienza è uno che gioca con la parola. Io quando
scrivo prendo spunto dalla realtà: prima c’è la base scientifica,
poi parto per la tangente”. Il re del fantastico Donato
Altomare ha svelato qualche segreto dei suoi racconti, presentando a
Matera “Altri mondi altre storie”, la nuova antologia pubblicata
da Altrimedia.
Intervistato
dal giornalista Filippo Radogna (“collega” scrittore anche lui
nell’ambito del fantastico) in un’Arti Visive Gallery gremita di
appassionati del genere, Altomare ha precisato di non amare il
termine scrittore ma di preferire “narratore”: “In realtà –
ha scherzato Radogna – Donato è un affabulatore. I suoi racconti
sono una piccola parte della sua produzione stratosferica e ormai
ultratrentennale. Ha la capacità di spaziare dalla fantascienza al
fantastico al paranormal al fantasy. Ma lui è anche poeta, fa parte
dell’importante realtà de La Vallisa di Bari. A coronamento di tutto
ciò è anche ingegnere”.
Non
solo, l’ampia cultura umanistica Altomare la intreccia con la
cultura tecnica di un ingegnere civile che ha fatto il liceo
scientifico e ama follemente il latino, tanto da aver scritto un
libro di fantascienza in latino. È stato due volte premio Urania
Mondadori, premio Italia e premio Vegetti.
“Mi
ero stancato di pubblicare da Roma in su. Volevo pubblicare un’opera
importante e pubblicarla al Sud. – ha detto Altomare Volevo trovare
un buon editore che fosse anche coraggioso. Filippo mi ha indicato
Altrimedia. In questa antologia ho voluto riprendere miei vecchi
racconti per dimostrare come il fantastico fosse leggibile da
chiunque. Purtroppo infatti ci sono ancora dei preconcetti”.
Altomare
ha sottolineato che quando scrive lo fa in modo che il lettore possa
vedere e immaginare ciò che è scritto. Un bravo scrittore, se vuole
affrontare tematiche sulle quali non ha competenze, le deve
approfondire e studiare per essere il più credibile possibile.
Vito
Epifania, editore di Altrimedia ha ricordato come due
anni fa sia stata creata la collana “Fantastica”, curata proprio
da Donato Altomare e da Loredana Pietrafesa, “per colmare un vuoto
che cominciava a diventare ingombrante”.
Nel
corso della serata gli attori Tommaso Ferrandina del Gruppo teatrale
“Tutto Esaurito” e Carla Latorre dell’Associazione
Gutta hanno letto alcune pagine del libro. Al termine dell’incontro è
stato offerto al pubblico un aperitivo a base di prodotti tipici
pugliesi e lucani.
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