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Report Istat 2016 su produzione e lettura dei libri in Italia: pochi lettori, molti scrittori

Pochi lettori, molti scrittori: è la tendenza evidenziata dal report Istat 2016 su produzione e lettura dei libri in Italia, diffuso qualche giorno fa. La voglia di scrivere supera, insomma, il desiderio di leggere, un dato confermato anche dalle frequenti richieste di pubblicazione che giungono ad Altrimedia. Richieste che vengono scrupolosamente prese in considerazione e valutate dagli editor per proporre, eventualmente, un vero e proprio progetto di pubblicazione.
Entrando nel dettaglio del report Istat, sono circa 23 milioni di persone che dichiarano di aver letto almeno un libro in 12 mesi per motivi non strettamente scolastici o professionali: i lettori sono in calo – passano infatti al 40,5% nel 2016 mentre erano 42% nel 2015.
Resistono i lettori cosiddetti ‘forti’ (almeno 12 libri letti in un anno), quota 14,1%, mentre resta costante da almeno 20 anni il dato che una famiglia su dieci non ha alcun libro in casa. Tuttavia negli ultimi anni si sta lentamente diffondendo il consumo di prodotti editoriali digitali.
Sul fronte editoria, il settore come è noto è composto prevalentemente da operatori di piccole e piccolissime dimensioni. Gli editori che pubblicano non più di 50 titoli all’anno rappresentano infatti nel 2016 oltre l’86% del numero totale di editori attivi: di questi oltre la metà (54,8%) sono piccoli editori, i quali pubblicano non più di 10 titoli all’anno mentre quasi un terzo (31,6%) sono editori di media dimensione (da 11 a 50 opere).
I grandi editori, ossia quelli che hanno una produzione libraria superiore alle 50 opere annue, pur rappresentando solo il 13,6% degli operatori attivi nel settore coprono più di tre quarti (76,1%) della produzione in termini di titoli e quasi l’86% della tiratura, un’offerta quasi 14 volte superiore a quella dei piccoli editori per titoli proposti e 31 volte maggiore in termini di copie stampate.

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