“Irene con il suo pianto vuole dirmi che mi sta già tradendo, perché non l’ho mai capita. E in fondo ha ragione, perché io non solo non la so capire, ma non la voglio capire. Perché secondo me in un amore, come in un racconto o in un film, quello che conta, e che lo tiene in piedi, sono le ombre. Ciò che non capiamo. Ciò che impatta con noi in un punto intermedio della sua traiettoria verso il significato, che sta al di qua delle parole, che le parole mascherano più che mostrare. Le scritte in lontananza che gli occhi miopi cercano di mettere a fuoco senza riuscirci, perché le lettere si sovrappongono.”
Eccolo, Alfonso: ipocondriaco, insicuro, irrisolto, pieno di difese. Editor in una piccola casa editrice, della realtà coglie sempre le ombre e la sua relazione con Irene si regge ormai solo su una gelosia morbosa. È convinto che Irene, segretaria di uno studio di psicoterapia, sia l’amante dello psicoterapeuta per cui lavora. Nel frattempo, la routine scandita dai tormenti su malattie immaginarie e tradimenti subisce uno scossone quando si ammala – davvero – Oreste, il suo amico di infanzia.
Alfonso è il protagonista de Il dispositivo interno (Altrimedia Edizioni, prefazione di Andrea D’Urso) di Giampaolo Salvatore: un romanzo ritmato, ricco di tematiche di estrema attualità e, tra le righe, spunti e consigli da cogliere al volo: innegabile l’impronta dell’autore, psichiatra e psicoterapeuta.
Giampaolo Salvatore è psichiatra, psicoterapeuta e criminologo. È autore di numerosi articoli sul trattamento dei disturbi gravi di personalità e della schizofrenia, pubblicati su riviste internazionali. È autore del volume divulgativo Il tao della psicoterapia, e coautore di numerosi volumi tecnici tra i quali il recente Corpo, Immaginazione e Cambiamento. Ha esordito nella narrativa nel 2015 con la raccolta di racconti Nati a perdere; nel 2018 è uscito il suo primo romanzo, Lo psicoterapeuta in bilico. Nel 2019 con Chiara Gambino ha pubblicato per Altrimedia Edizioni Mai più indifesa.